“Massima solidarietà alla società pongistica Zeus, al presidente Gianfranco Cancedda e alle atlete coinvolte nell’inqualificabile episodio di venerdì sera a Quartu S. Elena”.
Il presidente del Comitato Sardegna della Federazione Italia Tennistavolo (F.I.Te.T) Simone Carrucciu prende una netta posizione a difesa del movimento pongistico e si scaglia contro gesti dettati da “un risibile substrato culturale, inaccettabile nel 2014”.
Il fattaccio risale alla vigilia dell’incontro di serie A1 femminile tra Zeus Quartu e Quattro Mori Cagliari”. Quando le rappresentanti del club campione d’Italia in carica giungono nella struttura di via Is Arenas per gli allenamenti pre gara, trovano la palestra già occupata da alcune anziane impegnate a seguire lezioni di ginnastica dolce. Anziché risolvere bonariamente un malinteso che ha radici di carattere organizzativo, le adulte signore non hanno trovato di meglio che scagliarsi verbalmente contro le pongiste e la loro origine orientale visto che Wei Jian, Tian Jing e Su Yaxin sono cinesi. Volano parole grosse al punto che, solo in extremis, le tre giocatrici decidono di disputare la partita, talmente sopraffatte dall’amarezza per un comportamento fuori da ogni logica.
“Mi auguro che il Comune di Quartu – sbotta Carrucciu – adotti seri provvedimenti nei confronti di queste persone che utilizzano degli impianti sportivi pubblici; se non li sanno condividere con altre persone è meglio che facciano altro”.
Il presidente sottolinea come senza il contributo dei cinesi il tennistavolo sarebbe molto più povero tecnicamente: “Anche nella nostra regione sono ospiti della nostra regione da diversi decenni, rappresentano l’eccellenza di questo sport e ci insegnano tutti i segreti con la racchetta”. Carrucciu si sofferma anche su Wei Jian, radicata nell’isola, sposata a Muravera e con prole: un caso come un altro di perfetta integrazione. “È sarda a tutti gli effetti – conferma – e poi la stessa Tian Jing è stata per anni un perno della nazionale italiana di Tennistavolo e vive stabilmente in Italia”.
Carrucciu si augura che situazioni simili non si ripetano più: “I disguidi organizzativi possono capitare ma la differenza la fanno le persone”. Conclude con un auspicio: “Mi auguro che lo sport continui ad essere lo strumento ideale per sviluppare lo spirito di integrazione tra popoli di diverse culture, così come le maglie di colori più disparati sono indossate da atleti che inseguono la stessa identica passione”.