ROBA DA NON CREDERE: EPILOGO EUROPEO TUTTO SARDO
Una finale europea e due club sardi. In questa stagione si stanno vedendo cose mai viste a livello continentale. Dopo le ragazze del Quattro Mori Cagliari, vincitrici della Europe Cup, spetta ad una squadra del centro o nord Sardegna sollevare al cielo la Coppa Intercup. A contendersela il Tennistavolo Norbello maschile, reduce dalla inedita disputa dei play off di serie A1, che nella palestra di via Azuni ospiterà il Santa Tecla Nulvi, neo promosso in serie A2 dopo un campionato dove non ha conosciuto sconfitte. Il pronostico pende dalla parte del club guilcerino, ma tutto deriverà anche dalle forze a disposizione di entrambe le compagini.
L’atteso appuntamento è per domenica 4 giugno alle ore 17:30.
Le contendenti si sono distinte nell’intricato sottobosco di questa competizione, suddivisa in sette pool. Le migliori si sono poi date battaglia nel girone intitolato al Dr. Josef Simecek. Il club anglonese, all’esordio in una competizione internazionale, è stato collocato nella Pool B dove prima ha sconfitto i tedeschi dello TuSem Essen e successivamente gli austriaci del TTC Hellmonseder Sport.
Agganciato il girone finale si è disfatta di un’altra squadra teutonica, il SV Union Velbert 2011 e poi ha ospitato i francesi del SAM Tennis de Table, battendoli per 4-1 con in sottofondo un tifo pazzesco da parte dei supporters accorsi al Palazzetto di via Roma.
Il Tennistavolo Norbello bazzica in TT Intercup dal 2010, dove ha anche partecipato ad una fase finale, a Jesolo, nel 2015, classificandosi al quarto posto. In quell’occasione militavano con la casacca giallo blu Vilbene Mocci, Francesco Lucesoli e Maxim Kuznetsov che ora, vestendo la maglia nulvese, diventerà un agguerrito avversario.
Nella sua ascesa verso lo scontro decisivo, la squadra di casa ha cominciato nella pool F sgominando in casa il club austriaco UTTC Ender-Klima Altach e poi in trasferta i belgi dello RCTT Astrid Herstal. Giunti al Dr. Josef Simecek – Trophy incrociano un’altra società austriaca, il TTC Raiffeisen Kuchl e poi accedono in finale senza giocare perché i polacchi dello KS Golden Masters Korczyna sono impossibilitati a raggiungere Norbello nella data decisa in comune accordo: la sconfitta a tavolino è inevitabile.
In campo, nelle gare sopracitate, sono scesi i migliori profili delle due società: tra gli ospitanti ricordiamo l’argentino Gaston Alto, lo spagnolo Javier Benito Rodriguez, il russo Sergei Mokropolov, il siciliano Marco Antonio Cappuccio. Tra i teclini il russo-guspinese Maxim Kuznetsov, il finnico Aleksi Räsänen, il bulgaro Petar Vassilev, il nigeriano Qudus Ghazal
Arbitrerà l’incontro Nicola Mazzuzzi, coadiuvato da Leonardo Pisano.
ITALIANI MASTER: CIONDOLANO VIGOROSAMENTE TANTE MEDAGLIE DAL SAPORE DI SARDEGNA
Anche i diversamente giovani tesserati in Sardegna non mancano di lasciare un ottimo ricordo alle loro società di appartenenza. Nell’imperioso universo master che comprende chi ha spento dalle quaranta candeline in su, ritrovatisi con impegno e brio al Playhall di Riccione esultano fra gli altri Efisio Pisano (GSTT Alghero), Maxim Kuznetsov (Santa Tecla Nulvi), Elena Rozanova (Tennistavolo Sassari), Ana Brzan e Gohar Atoyan (Tennistavolo Norbello), portatori esemplari di medaglie.
Il medico in pensione cagliaritano, ma bosano d’adozione, trionfa nel doppio maschile over 80, in sintonia con Sergio Ceroni (Tennistavolo Vicenza). Il russo guspinese lascia il segno in tutte le gare disputate: condivide l’oro nel doppio misto over 40 con la complicità di Elena Rozanova, e poi intasca due bronzi nel doppio maschile (con Giovanni Maria Falcucci del Tennistavolo Firenze) e singolo maschile. Elena incrementa il bottino nel doppio femminile assieme a Larissa Lavrukhina (Apuania Carrara) dove si fermano in semifinale. Infine il duo di stanza a Norbello non riesce a conservare il titolo italiano a squadre perché in finale cede di misura alla Polisportiva Bagnolese. Insieme nel doppio femminile 40/50 Ana e Gohar raccolgono un bronzo. Il resto lo fa la sola italo slovena, anche tecnico regionale paralimpico, che insieme a Maxim Moiseev si arrendono in semifinale proprio al duo Kuznetsov/Rozanova. Ana incrementa il suo medagliere personale con un bronzo nel singolo 40/50.
Nei play off di serie C master a squadre nulla da fare per il TT Carbonia presentatosi nel centro balneare romagnolo con Marco Lai, Vito Moccia e Enrico Bianciardi.
Di seguito le memorie di tutti i protagonisti medagliati.
CLASSE 1939, IL SARDO DOC EFISIO PISANO NON VINCEVA DAL 1961
“Grande successo nel doppio ai Campionati Italiani Master di Riccione in doppio con il vicentino Sergio Ceroni. Nonostante l’alluvione, il clima ed il palazzetto erano perfetti. Particolarmente combattute la semifinale e la finale contro le teste di serie n 2 ed 1 rispettivamente Rame/Marciano e Donda/Russo. Con i primi, dopo aver perso il set iniziale, 11-0 abbiamo vinto 3-1 (a 6,7 e 8).Con i secondi vinto 3-2 dopo essere stati sotto 2-0. Nel set decisivo, in vantaggio7-2, siamo stati quasi raggiunti 7-6, ma poi abbiamo vinto a 8. Il mio compagno, ottimo difensore, non sbagliava mai ma non tirava niente. Per cui ho tirato io di rovescio e mi sono entrate. Donda e Russo sono ottimi attaccanti ma noi paravamo tutto. Mi hanno detto, e mi conoscono da decenni, che non mi avevano mai visto giocare così bene. Sono soddisfatto perché l’ultimo titolo italiano, singolo 2a categoria, l’avevo vinto nel 1961. L ‘unico neo dell’organizzazione è l’aver sistemato doppio e singolo lo stesso giorno, ed alla nostra età non va proprio bene. Ho perso il singolo dopo aver superato i gironi con Russo che poi ha vinto il titolo. Ho giocato 23 set in poche ore ma va bene così”.
LE CLASSICHE NOVELLE DETTAGLIATE DI MAXIM KUZNETSOV
L’IDILLIO CON ELENA
“Pur essendo la prima volta con Elena Rozanova ero abbastanza fiducioso. Lei è giocatrice esperta, dalla classifica attualmente alta perché sta giocando poco e perdipiù in serie minori. Il nostro percorso non è stato semplice. Il primo turno è andato via agevolmente e ci ha aperto le porte alla semifinale dove abbiamo incrociato un doppio importante, quello composto da Moiseev/Brzan che aveva appena sgominato la coppia testa di serie n. 1 Gammone/Zancaner. Il valore di Brzan lo conosco molto bene. Trovandoci sotto di due set, costruiamo una bella rimonta dove nel terzo e quarto parziale abbiamo sempre condotto noi, mentre alla bella ci siamo imposti con larghissimo distacco. La finale è stata molto equilibrata. Il primo e terzo set li abbiamo vinti senza troppe complicanze, quelli pari se li sono aggiudicati loro con estrema facilità. Il set decisivo ha avuto un andamento completamente diverso dai precedenti perché nella sua prima metà avremmo dovuto essere noi in vantaggio ed invece abbiamo cambiato il campo sotto di un paio di punti. Ormai ci stavamo preparando al peggio ed invece riusciamo a recuperare arrivando fino al 10-8. Ma a causa di due errori abbastanza banali sento che il primo titolo italiano della carriera mi sta sfuggendo di mano. Messe da parte le paure siamo stati bravi a non deconcentrarci riuscendo a portarlo a casa”.
RIMPIANTI NEL DOPPIO MASCHILE
Con Giovanni Maria Falcucci è stata un’esperienza inedita; non conoscendoci bene abbiamo dovuto familiarizzare durante le partite. Nei due match che hanno preceduto la semifinale, nessuna asperità ha precluso la nostra ascesa anche se abbiamo dovuto cedere un set al binomio Facini/Moiseev.
Tomasi/Mantegazza, futura vincitrice, è coppia abbastanza insidiosa ma l’aver perso contro di loro mi procura un forte dispiacere perché potevamo batterli. Cominciammo bene sbloccando il risultato; nel secondo set, pur perdendolo, facemmo vedere comunque delle belle giocate; e infatti nel successivo tornammo in vantaggio avendo pure tante chances di chiudere qualsiasi discorso nel quarto che poi perdemmo di misura. Alla bella non ci fu più storia causa nostri ripetuti errori iniziali alternati a belle giocate loro”.
QUALCHE RIMPIANTO ANCHE NEL SINGOLO
Passo il girone con un semplice tre su tre. La fase ad eliminazione diretta comincia con un pacifico 3-0 e per entrare in semifinale me la sono vista con Alessandro Gammone che ho liquidato con lo stesso punteggio anche se ho dovuto faticare un po’ nel set di mezzo. Incontro Mattia Garello con cui avevo un solo precedente qualche anno fa vinto ai vantaggi del quinto. Stavolta ha prevalso lui e io non ho trovato la giusta concentrazione per contrastare la sua verve agonistica che si è palesata sin dalle primissime fasi della sfida. Nonostante ciò sono riuscito a reagire e ad impormi nel set successivo. Nel terzo sono passato dallo 0-6 all’8-8 ma lui si esalta allo sprint con un 9-11. Gli alti e bassi caratterizzano pure il quarto segmento di gioco dove mi ritrovo dallo 3-6 allo 8-6 e forse, vittima di facili illusioni, devo consegnare definitivamente il match all’avversario dopo avergli annullato diversi matchball. Mi dispiace, pur essendo un bravo e forte avversario mi sentivo di poterlo superare, ma è andata così e mi accontento del bronzo”.
BOTTA E RISPOSTA CON ELENA ROZANOVA
Elena, partiamo dall’oro nel doppio misto
Con Maxim ci conoscevamo da prima, ma il doppio l’abbiamo giocato per la prima volta. Guardando l’elenco degli iscritti ci siamo detti che le possibilità di vincere erano buone. E così è stato. Sul tavolo ci siamo trovati subito bene; considerando poi che Maxim è mancino e dotato di alcuni colpi particolari, il tutto è stato reso più facile. E così abbiamo conquistato la nostra prima medaglia d’oro in un campionato italiano.
Cosa si prova?
L’aver incontrato avversari molto forti ed esperti, tali da rendere i match molto combattuti, credo che abbia reso la vittoria ancor più gratificante.
Poi con Larissa giunge un altro podio
Ci conosciamo da tanto ma anche con lei ho formato una coppia inedita. Per questo motivo, forse, ci è mancato un po’ di tatticismo. Siamo rimaste abbastanza deluse perché speravamo in una vittoria sulla carta non impossibile.
Nel singolo40/50 si è fermata ai quarti
Ana Brzan è stata più forte, ma non mi sono sorpresa perché la fortuna in questa stagione non mi è stata molto vicina. E purtroppo non sono riuscita a invertire le cose neppure nel torneo finale.
Come si trova col Tennistavolo Sassari?
Questo è il secondo anno che gioco in Sardegna. A Sassari abbiamo ottenuto la promozione in serie A2 femminile. Mi trovo bene in questa società che ha importanti obbiettivi per il futuro. E per questo ho accettato la proposta, per il prossimo anno, di trasferirmi a Sassari anche per allenare. Li ringrazio per avermi dato questa opportunità”.
L’INCREDIBILE ANA BRZAN COLPISCE ANCORA
PRIMA LA CAUTELA, POI UNA FORTE PROGRESSIONE
“Sono partita con poche speranze di ottenere qualcosa. Fino al giorno prima avevo la febbre a trentanove ed ero incerta se partire o meno. E poi sussistevano i soliti problemi fisici anche se nell’ultimo periodo sto un po’ meglio. E questo aspetto, aldilà dello stato influenzale, ha avuto un riflesso positivo sul mio gioco che giudico abbastanza dispendioso. Sono felicissima per le medaglie conquistate in tutte le gare disputate. Nella nostra prima volta insieme nel doppio femminile, con la mia compagna di squadra Gohar Atoyan, più del terzo posto ottenuto non si poteva fare. Siamo state comunque molto brave, pur accorgendoci che in questa specialità, a causa delle tipologie di gioco molto differenti, risultiamo incompatibili”.
CON MAXIM SI POTEVA ASPIRARE A QUALCOSA DI PIU’
“Nel doppio misto c’è un po’ di rammarico, condiviso con Maxim Moiseev, un amico storico di vecchissima data con il quale giocavo assieme a Castel Goffredo. Abbiamo vinto facile il primo turno, nel successivo ci troviamo di fronte i favoriti Zancaner/Gammone. Non ci siamo disperati, affrontandoli coraggiosamente soprattutto quando, sotto 0-2, il nostro orgoglio ha preso il sopravvento. Punto dopo punto abbiamo rosicchiato lo svantaggio e alla fine siamo riusciti a vincere una gara molto complicata perché Gammone è molto bravo e la Zancaner sciorina una difesa che sfianca, dimostrando di essere ancora una grande signora giocatrice che ha fatto parte della nazionale maggiore per innumerevoli anni. Nel quasi derby tra società sarde, contro Kuznetsov/Rozanova, trovandoci seppur con fatica in vantaggio per 2-0, un mio significativo calo per stanchezza e anche da parte del mio compagno, associato ad un innalzamento di livello avversario non ci ha consentito di reggere più il confronto. Sono stati bravissimi e faccio i complimenti ad Elena Rozanova che non ha sbagliato nessuna pallina”.
ALTRI PODI: SINGOLO E COMPETIZIONE A SQUADRE
“Felicissima di come è andata nel singolo, con il terzo posto ottenuto dopo essere stata eliminata da Katja Milic, sconfitta che ci sta tutta perché non avevo più benzina: brava lei, io ho fatto quel che ho potuto. Anche nella competizione a squadre, con Gohar, ci siamo ripromesse di fare del nostro meglio ma senza alcuna particolare aspettativa, consce del fatto che il doppio sarebbe stato il nostro tallone d’Achille. Le prime partite, nel girone (conttro Mondovì, Kras e San Nicola Caserta), sono state solo sulla carta agevoli ma le abbiamo superate. La finale con la Bagnolese è stata persa 3-2 ma sia io, sia Gohar giocavamo ininterrottamente da due giorni prima dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio. E in più Gohar ha avuto problemi alla spalla e faceva un po’ fatica ad esprimersi. L’ho pure esortata a rinunciare, tanto saremmo state seconde a prescindere, ma ha voluto stringere i denti e provarci; giunte sul 2-2 non ce la faceva proprio più. Il doppio l’abbiamo perso abbastanza male contro Semenza/Nita. Mi sono sorpresa di aver conquistato due punti sia contro Cristina Semenza che è molto più in alto in classifica, sia con Viorica Nita che il giorno prima avevo incontrato nel singolo battendola a fatica 3-2 dopo lo 0-2 iniziale. Nonostante il suo gioco di difesa, sfiancante, l’ho studiata meglio, avendo un po’ più di pazienza e approfittando di suoi errori di troppo, l’ho superata in tre set. Sono felicissima e sorpresa dei miei risultati, è stato tutto molto positivo”.
LE SENSAZIONI DI GOHAR ATOYAN E QUEL BRUTTO DOLORE ALLA SPALLA
“Sono molto contenta di come sono andate le cose, non me l’aspettavo, e tutto sommato non disdegno il gioco espresso. Sono altresì consapevole che di più non avrei potuto fare visto la mancanza di allenamenti. Arrivata in finale a squadre sarebbe andato tutto meglio se la mia spalla non mi avesse giocato un brutto scherzetto, praticamente ce l’avevo a pezzi, non resistevo più dal dolore. Ringrazio Ana, a cui sono molto grata; mi ha sopportata perché una volta accertato che il nostro non fosse un doppio perfetto, sono stata comunque di poco aiuto. Si è ritrovata ad aprire sempre il gioco in quanto la mia condotta è, per contro, attendista. Insomma ha lavorato per due. A mio avviso lo scudetto master femminile non è stato vinto a causa del doppio ma siamo comunque molto felici. Faccio i complimenti ad Ana per le medaglie collezionate e a me stessa per come per esempio mi sono approcciata alla forte Milic contro la quale ho sempre faticato ed invece questa volta abbiamo dato vita ad una bella lotta anche se poi ha premiato lei. In definitiva è stata un’esperienza bellissima, avevo dimenticato cosa significasse stare in gruppo, rivedere atleti persi di vista, essere competitivi in campo, ma amici fuori”.